Dopo la morte, é la mente a occuparsi di voi

Avatar Adi Da Samraj: la gente pensa che dopo la morte ci sia solo la morte, oppure ci sia il paradiso. Per molte persone, la morte fa parte del futuro e non ha niente a che fare col presente. In ogni caso, quello che accade dopo la morte è condizionato dalla vita che la precede e dallo stato della propria coscienza da vivi.

Nel corso della vita, la coscienza individuale è limitata dal veicolo del corpo fisico, definita nei suoi limiti dal cervello, dal sistema nervoso, dal meccanismo corporeo. Siete condizionati mentalmente dalla barriera del cervello e dal sistema nervoso.

Conseguentemente a quello, buona parte della mente riposa nel così detto “inconscio”. Per questo è possibile che viviate la vostra vita basandovi sulle stimulazioni della entità corporea, e con quelle godere di tutti i piaceri accessibili. Quella è la scelta di molti che non comprendono quello che si trova dall’altra parte della barriera corporea. E comunque, quella barriera sparisce con la morte e con quella sprofondano nella dimensione del cosidetto “inconscio”.

Prima di morire, nutrite la mente. Dopo la morte, è la mente a occuparsi di voi.

La mente è la circostanza post-mortem, e non la mente pensante della vostra cosciente consapevolezza. L’inconscio diviene così la circostanza del dopo-morte. Nel corso della vostra vita avete conosciuto la possibilità offerta dai vostri sogni. Se avete vissuto una vita ordinata e avete mantenuto la vostra mente focalizzata sui pensieri positivi, potreste evitare l’incontro con sogni sgradevoli. Tuttavia il pericolo degli incubi è inevitabile e, durante il periodo della morte, non avete più i mezzi fisici che possono prevenire l’inconscio dal trasformarsi in conscio.

Se usate la circostanza che avete ora, durante la vita del corpo-mente come mezzo per purificare l’inconscio – ossia quella parte di mente che si trova fuori dalla condizione cerebrale – in quel caso i meccanismi dell’inconscio stesso non assumeranno il controllo e il destino del dopo-morte. Dall’altro canto, se userete il vostro tempo della vita solo come una opportunità per indulgere un’esistenza esclusivamente basata sul corpo, non farete altro che appesantire il karma dell’inconscio che guiderà la vostra prossima vita.

Per tutto ciò, dovreste dedicarvi alla Saggezza. In quanto miei devoti, dovreste rivolgervi a Me, comprendere la vostra attività egotistica, praticare il sadhana e purificare il vostro karma.

La gente pensa forse che il cervello sia tutto, che la mente e il cervello siano la stessa cosa, e forse, che quando si muore tutto finisca lì. Ma non è così! Di fatto, il cervello è un meccanismo limitativo e limitante, che può impedirvi di avere un certo tipo di esperienze. Il cervello non ha il compito di evolvervi in modo tale che possiate godere particolari specie di esperienze, ma agisce piuttosto come intralcio e definisce di fatto il tipo di esperienze a cui poter accedere. Gran parte delle esperienze potenziali stanno fuori dalla competenza del cervello-mente e per quello sono, generalmente, non accessibili. A volte si manifestano eccezionali aperture del cervello-mente, con conseguenti esperienze insolite, alcune positive altre negative. Ma per la maggior parte del tempo, rimanete sotto il controllo del cervello-mente. I vostri pensieri e le vostre esperienze restano nei limiti della vostra fisicità presente.

Questa è la ragione per cui la maggior parte dell’umanità ritiene che la vita sia limitata alle esperienze del presente corpo-mente. Non ritengono necessarie le limitazioni nella esperienza che tendono a purificare il contenuto karmico che precedeva la incarnazione presente. Dovreste dedicare la vostra vita non al coronamento della personalità corporea, ma piuttosto alla purificazione del vostro karma con la trascendenza della vostra personalità fisica. In quel modo, durante il periodo non condizionato dal corpo-mente, come lo è la morte – ossia quando perderete il veicolo che vi chiude a certe esperienze – avrete delle auspicabili rivelazioni, proprio perché la vostra mente è stata purificata e la vostra attenzione dedicata alla Realtà Divina.

Il livello che avrete raggiunto nel corso della vostra vita attuale, determina la qualità delle vostre esperienze nel dopo-morte. Il corpo è un limite. La gente si chiede spesso “perché se faccio delle azioni buone e giuste, non ho spesso risultati adeguati a quelle? E perché un sacco di gente cattiva e violenta sembra godere di una vita piena di soddisfazioni e felice? Come mai persone virtuose hanno, per contro, un destino terribile?”.

Nel contesto dell’esistenza corporea, i risultati tendono a non seguire immediatamente gli episodi che li generano. La dimensione in cui si manifestano non è quella del corpo-mente. I risultati possono riguardare la purificazione dell’inconscio, o la complicazione di aggravarne la situazione. Nel contesto del corpo, potreste compiere delle azioni che aggravano il karma, mentre qualche altra persona che compie delle azioni giuste e tendenti a purificare il karma, può avere una vita difficile.

Più state maturando nella vostra pratica nella Via di Adidam, solo da Me Rivelata e Offerta, più vi rendete conto di quello che sta maturando in voi e quali sono i meccanismi che si stanno muovendo in voi. Le persone in genere, e specialmente gli occidentali, tendono a fare propria la scelta delle soddisfazioni corporee. Questa è comunque la tendenza dell’ego, sia in occidente che in oriente.

Per loro tendenza gli occidentali, o anche gli “occidentalizzati”, dimostrano di preferire il metodo “omega”. Ho avuto modo di osservare, durante il mio lavoro in occidente, che gli individui non rispettano in genere la domanda di disciplina: dovrei essere più disciplinato o scegliere decisamente la dolce vita? Pensate continuamente a questo non-senso perché avete una esperienza e una comprensione limitate di quello che sta succedendo. Non tenete in giusto conto la Saggezza. Non perseguite la Saggezza e neppure la Spiritualità, e, pertanto, seguite meccanicamente i programmi del corpo-mente.

Dopo la morte, non vi aspetta un destino “collettivo”. Seguirete invece un destino personale, che, alla fine, andrà oltre l’individualità. Non avrete la possibilità di realizzare, dopo la morte, quello che credete ora che sia la vita. Tenderete invece a realizzare la somma totale delle vostre tendenze karmiche. Se siete miei devoti, dovreste usare questa vita di pratica in Mia Compagnia Avatarica e Divina, per essere purificati da quelle tendenze.

Si può dire che il sadhana nella Via di Adidam sia una via di purificazione, nel contesto del rivolgere a Me le vostre facoltà principali. Non si tratta di scoprire il Divino, ma di scoprire piuttosto ciò che vi deluderà nella sua ricerca. Il Divino É il Vero Contesto dell’esistenza, certo, ma la vostra auto-contrazione sta condizionando tutto quanto, e il risultato finisce di essere la non-consapevolezza della Auto-Condizione Divina.

Detto questo, il sadhana nella Via di Adidam è in realtà il processo del rivolgervi psico-fisicamente a Me, momento dopo momento, e in quel processo del costante rivolgervi a Me, essere purificati dalle varie forme derivanti dalla vostra auto-contrazione. Il sadhana non è proprio quello che la gente identifica come la “bella vita”, ossia il concetto occidentale dell’auto-soddisfazione. Il sadhana è decisamente qualcosa di diverso. Tuttavia, quelli che lo seguono, possono (e dovrebbero) mantenere una disposizione di vita positiva, altruista e relazionale, segni inequivocabili che esprimono la propria disposizione verso il sadhana, e che non sono i segni di auto-soddisfazione o glorificazione dell’ego tendenti a raggiungere certi livelli di vita, di relazioni, di esperienze e limitazioni fini a se stesse. La qualità della vita dovrebbe essere piena e positiva e contemporaneamente dedicata al sadhana della auto-trascendenza, col rivolgervi a Me , momento dopo momento. E anche nel corso di momenti non particolarmente positivi, dovreste comunque continuare il vostro sadhana.

Dal punto di vista del sadhana stesso, quindi, non deve fare nessuna differenza se le qualità di ogni giorno sono positive o negative, perchè dovete mantenere in ogni caso la vostra dedizione al sadhana, che è importante non solo per quello che vi succederà dopo la morte ma anche per quello che vi sta succedendo durante questa vita. Col maturare nella Via di Adidam, lo stato della propria coscienza si fa più profondo e si trasforma. I segnali della vostra vita tenderanno sempre di più alla rinunciazione, mentre la qualità della consapevolezza individuale tenderà sempre di più ad esibire la caratteristica della Realizzazione.

In generale, quello che vi aspetta dopo la morte corrisponderà al livello di Realizzazione nella vostra vita. Al di fuori della Realizzazione Divina, avrete l’opportunità di crescere ancora dopo la morte. In ogni caso, tutto quello di cui abbiamo parlato, ha luogo in un Contesto Paradossale e Misterioso di proporzioni infinite. I segni dello spazio-tempo in quel Mistero non sono comprensibili dal punto di vista presente e mondano.

Il sadhana nella Via di Adidam tende a prevenire tutte le limitazioni mediante la Forza della Stessa Coscienza Divina. É come una magnificazione della Forza Stessa della Coscienza, dell’Amore-Beatitudine Stessa. Una Forza Purificante e Liberatrice.

La Pienezza dell’Amore-Beatitudine nella Divina Realtà corrisponde semplicemente alla Espansione dell’Essere privo di Oggetto e Assoluto, senza traccia di alcuna limitazione. É Auto-Esistente, Auto-Radioso, Indivisibile e Perfettamente Soggettivo.

La differenza tra questa apparizione che è il corpo-mente e quella Realizzazione, esiste molto ma molto di più del semplice vivere e molto ma molto di più della “scuola-delle-parole” con le sue attitudini ed esemplificazioni. Il vero sadhana inteso come riconoscimento-risposta a Me è necessario. Ricorrere alla Mia Grazia Divina e Avatarica è necessario. La Mia Grazia Avatarica e Divina deve Compiere il Suo Lavoro e Trasformare il corpo-mente dei Miei devoti. Tutto questo É Necessario.