Testimonianze Extra-ordinarie di Devoti

Straordinarie evidenze dell’Influenza di Adi Da su episodi e su temi di vita e morte vissuti dai suoi devoti.

Questa pagina si propone di rendere evidente, anche se meno ovvio, la profondità relativa alla dimostrazione unica di Adi Da e a ciò che è possibile realizzare grazie a quella unica Rivelazione di Adi Da stesso.
Quasi tutte le testimonianze contenute in queste pagine sono tratte dal website di Chris Tong: Adi Da Up Close https://www.adidaupclose.org

I racconti per categorie
 
Introduzione: Perché abbiamo bisogno di miracoli
 
La Vera Fonte di Sicurezza
Terry Cafferty
Un Baratto con il Divino
Hellie Kalogeros
 
Cheech Marrero

4 – Adi Da e le Forze degli Elementi
Voglio guardare il Fuoco negli Occhi
Ben Fugitt

Ugo Bernardi
 
 
 
 
Il Miracolo del Giardino
Nadikanta
 
4 – Il Tocco fisico di Adi Da 
Inchinato ai Suoi Piedi
Chris Tong 
 
5 – Interventi di Guarigione
Ann Walsh e Katinka van Dam
 
Adi Da mi Ha salvato la Vita
Tom Williams
 
6 – Altre esperienze sottili
Questa è Casa mia
Daniela Morena
 
7 – Altre Entità e Dimensioni
Un Viaggio nel Cosmo
Connie Mantas 

Introduzione

“Io Sono il Sé del Divino …tutti i miracoli sono potenziale nel Mio Cuore. Sono venuto qui per Darvi tutto, senza alcuna riluttanza.“
Avatar Adi Da Samraj

Quando si annuncia nel 21esimo secolo che un essere umano, in questo tempo e in questo posto, e non in un mitico passato, possa essere una incarnazione del Divino, è inevitabile aspettarsi una reazione del tutto scettica e incredibile. Senza alcun dubbio o riserva, il principio suggerito da Carl Sagan “straordinarie pretese richiedono straordinaria evidenza” è pertinente a quanto segue. Non possiamo contestare o criticare chiunque manifesti dei dubbi e formuli delle pressanti domande su quella ipotesi inaccettabile e presumibilmente straordinaria. E tuttavia per coloro che, come noi, ne hanno avuto diretta esperienza, non vale più la definizione di incredibilità. Questo website è un nostro lavoro di amore e passione teso a proporre l’evidenza, vissuta direttamente e personalmente, che quella incarnazione è stata possibile, e contiene una straordinaria comunicazione e opportunità per tutti quelli che possono riceverla e usarla: l’offerta di Adi Da del come raggiungere lo stato di Perfetta ed Eterna Felicità.

In questa parte ci proponiamo di mettere a fuoco la straordinaria evidenza di fatti accaduti che non possono trovare altra definizione se non quella definita come “miracolosa”. Secondo le parole di Adi Da ai suoi devoti:

“É importante che parliate delle caratteristiche sopranaturali della mia vita Avatarica e Divina sin dalla nascita, che raccontiate le storie del vostro passato vissuto in compagnia di Qualcuno che Funziona su basi sopranaturali.

Raccontate di occasioni in cui pericolose perturbazioni sono state deviate o ridotte (un esempio qui di seguito)o di altri avvenimenti miracolosi di cui siete stati molte volte testimoni in questi trentacinque anni ed oltre. Dovete raccontare la storia di una vita, come la mia, passata ma la cui Presenza qui  ha fatto una differenza nel mondo e prova la veridicità di cose altrimenti ritenute inconsistenti.

Dovete raccontare la storia del Mio Lavoro di Trasmissibile Benedizione, di come Ho Risvegliato delle persone a molte “esperienze” straordinarie associate ai primi sei stadi della vita, per poi provare, con Dimostrazioni Spirituali Trascendenti, come nessuna di quelle esperienze avesse un valore evolutivo o veramente spirituale. É necessario che lo raccontiate, perché è una comunicazione fondamentale della Verità per gli esseri umani.

L’intero “mondo di sciocchezze e privo di miracoli” ha bisogno di essere informato di questo Intervento Divino e Avatarico, e voi siete quelli che ne dovete parlare. Raccontate e provate l’evidenza di quello che dite, in quanto persone che lo hanno capito.
Avatar  Adi Da Samraj, febbraio del 2008

Terry Cafferty

Terry Cafferty è stato un devoto di Adi Da sin dal 1980. Era un ingegnere aerospaziale specializzato in sistemi visivi orbitali, e ha lavorato per la NASA Jet Propulsion Laboratory, per la Hughes Aircraft, e per Raytheon. Terry ha molte storie relative al suo rapporto con Adi Da e con la sua invisibile influenza sulla sua vita personale e professionale. Quelle che seguono sono solo due fra quelle.

Nelle due storie che seguono Terry racconta due occasioni in cui riconosce che l’intervento di Adi Da lo abbia mantenuto incolume in situazioni molto pericolose e potenzialmente letali.

1. La Vera Fonte di Sicurezza

Nell’inverno del 2001/2002 stavo guidando l’auto dal nord California, dove abitavo, verso la California del Sud, per incontrare un ingegnere che lavorava con me. Poco dopo la partenza inizia a piovere abbastanza forte. Stavo superando una macchina nella corsia di centro quando un auto sulla corsia di destra inizia a virare sulla mia corsia  mentre ero ancora in parallelo con la sua macchina. La collisione fu immediata e le nostre due macchine si bloccarono contemporaneamente, sbandando e  finendo sulla corsia opposta. Cento metri circa di fronte a noi un camion  stava arrivando su quella corsia alla velocità di circa 70 km. all’ora.

Non ho alcuna memoria del seguito a questa situazione. Ma ricordo benissimo che mi trovo di nuovo nella corsia di sorpasso fermo davanti alla macchina che mi aveva investito nel tentativo di sorpasso contemporaneo. Scendo e comincio a protestare con l’autista che mi ha colposamente investito mentre cerco di stabilire l’entità dei danni. Giro intorno alla mia macchina ma non c’è alcun segno di collisione. L’altro autista riconosce il suo errore e si scusa. Continuiamo a controllare i segni della collisione, ma non ne troviamo in nessuna delle due macchine.

La macchina intatta. Non mi rimane altro che riprendere il viaggio seppure scosso da quanto accaduto e cosciente del fatto che poteva essere una collisione, quella col camion in arrivo, ovviamente mortale. Non riuscivo però a rendermi conto di esserne uscito vivo  e senza un graffio. Un paio di minuti più tardi mi squilla il cellulare ed è mia moglie. Mi dice di aver appena ricevuto una chiamata dal santuario dove si trovava Adi Da che voleva sapere come stavo!

Quella sera stessa scrissi ad Adi Da una lettera di ringraziamento per il suo intervento nell’incidente. Dopo averne ascoltato il contenuto disse solo “Tcha” (qualcosa come “certo”).

2.

Nel 2002, stanco di viaggiare con la macchina, decisi di usare la mia patente di pilota privato e usare un piccolo aereo che avevo acquistato.

Tempo addietro, un maestro di Adi Da, di nome Rudi, era morto in un incidente aereo e per questo Adi Da raccomandava ai suoi devoti di usare l’aereo il meno possibile. Per questo scrissi a lui per informarlo della mia necessità di usare il mio piccolo aereo. Adi Da mi raccomandò di usarlo solo per lavoro, e così feci quella volta che stavo volando  da Santa Barbara verso Lakeport.

A un certo punto del volo e improvvisamente, il tempo cambiò, con un vento di circa 20 nodi all’ora in aumento verso i 30 nodi. Molto pericoloso per un piccolo aereo. Chiesi  al centro di San Francisco se ci fosse una pista dove poter atterrare fuori dalla perturbazione in cui ero in quel momento. Mi dissero che ancora non potevano prevedere quale fosse la direzione fissa del vento, in continuo cambiamento. Mi resi conto di essere molto preoccupato per l’atterraggio, non evitabile e con molte probabilità di schiantare al suolo.

Ormai vicino all’atterraggio, pregai Adi Da con tutto il cuore di aiutarmi nella preghiera che stavo facendo per  cambiare il tempo sull’aeroporto di Lakeport. Più scendevo di quota più il mio aereo ballava nel vento come un turacciolo in un mare agitato. Ero spaventato, ma continuavo a pregare Adi Da di aiutarmi.

Entrato nella quota di atterraggio mi rendo conto che la turbolenza è completamente cessata, non devo più correggere il volo per il vento in modo da stare in linea con l’atterraggio.

Atterro senza il minimo incidente. Guardo il segnale elettronico del vento nell’aeroporto  ed è del tutto tranquillo. Vado alla stazione di servizio per riempire il serbatoio: vento zero! Porto l’aereo al parcheggio, prendo il bagaglio e poi lo copro e lo chiudo, sempre con il vento a zero.

Mentre mi avvio al parcheggio per prendere la mia auto, ecco che il vento riprende ad un tratto a soffiare forte, come se avessi messo in moto un enorme ventilatore poco distante. Viaggio verso casa nella mia auto continuamente sbattuto dal vento, quello stesso vento che poco prima avrebbe potuto schiantare al suolo il mio aereo.

Quella notte stessa scrissi di nuovo ad Adi Da per ringraziarlo della protezione che mi aveva offerto.

* * *

Con questa e con molte altre lezioni come questa, mi sono reso conto che ogni forma di sicurezza, come denaro e benessere in generale sulla quale contavo tempi addietro, è una modesta forma di sicurezza ed è comunque temporanea, perché la morte arriva anche per il più ricco e potente. L’unica vera sicurezza è la Grazia Infinita dell’Essere Divino e Vivente.

Hellie Kalogeros

Hellie Kalogeros è stata una devota dal 1972

Un Baratto con il Divino

Sono stata una devota del mio amato Maestro Heart-Master Da sin dal maggio 1972, poche settimane dopo l’apertura del suo Ashram in Los Angeles. D’allora in poi  ho ricevuto darshan da lui centinaia di volte, se non addirittura migliaia di volte.

Durante il darshan, come d’abitudine, lui sedeva con un gruppo numeroso di devoti. Sedeva a gambe incrociate nella posizione del loto o del mezzo-loto, e, posando  la sua attenzione su ognuno di noi, ci meditava, uno dopo l’altro. Per la maggior parte del tempo restava quasi immobile, salvo indirizzare ogni tanto il suo sguardo su tutti i devoti, posando occasionalmente lo sguardo su qualcuno in particolare.

Occasionalmente, durante alcune meditazioni con Lui, il suo corpo, ma soprattutto le sue braccia, assumevano forme particolari che in indiano si chiamano “mudras”.

Durante una di queste occasioni al Santuario The Mountain Of Attention in California del Nord, mi capitò di sedere vicino ad una nuova studente-principiante, al suo primo evento di darshan. Era una persona già anziana e mi sorprese la sua eccitazione in attesa di vedere per la prima volta Adi Da Samraj in persona.

Appena entrato e sedutosi Adi Da, la sala si rese silenziosa, come del resto succedeva sempre in sua presenza. In questa occasione particolare, Adi Da cominciò subito a muovere le braccia in varie posizioni di “mudras”. Era la prima volta che li vedevo fare così presto, appena seduto. E notai con certezza che uno di quei mudras non l’avevo mai visto fare prima di ora.

Contemporaneamente a quella mia osservazione, la nuova studente comincia a piangere copiosamente, sembrando di essere come fuori controllo. Era chiaro che quel pianto di gioia dipendeva direttamente dal suo primo incontro con Adi Da. Non vedevo l’ora di chiederle altri dettagli al fine della seduta.

Terminata questa occasione di darshan e con Adi Da già fuori della sala, mi rivolsi a quella anziana signora per chiederle la ragione di quel pianto di gioia. Mi rispose questo:” É probabile che tu non possa credere a quello che sto per dirti.”  Le risposi “Con il nostro Guru, tutto è possibile… credimi!”

A questo punto mi raccontò una storia davvero difficile da credere! Eccola.

“Quando ero ancora bambina, parlavo sempre con Dio, provocandolo a rivelarsi nella mia vita. Avevo raggiunto i venti anni quando decisi di stringere un patto con Dio se lui avesse deciso di incarnarsi in questo mondo: il modo di rivelarsi a me sarebbe stato quello di assumere una certa posizione con le braccia. Una posizione così strana che solo Dio ed io potevamo sapere. Ho frequentato molti maestri durante la mia vita, sperando sempre che assumessero quella posizione che avevo concordato con Dio per dimostrarmi la sua incarnazione sulla Terra. Ma nessuno di loro lo fece.

Questo era il mio primo incontro con Adi Da e si dai primi minuti del darshan sono rimasta sbalordita dalla posizione delle sue braccia, del suo mudras: era inequivocabilmente la stessa che avevo concordato a suo tempo con “Dio”, come prova della sua discesa sulla Terra, la prova che lui era la Incarnazione di Dio. A quel punto non ho più potuto trattenere quel fragoroso pianto di gioia e di gratitudine”

E con quella ultima frase riprese a piangere e a dirmi quanto grande fosse la sua gratitudine per questo darshan.

Ripensando ora agli anni che seguirono quel particolare darshan, sono certa che Adi Da non abbia mai ripetuto in mia presenza quella strana posizione delle braccia, quel raro segno indirizzato a quella anziana signora.

* * *

Questa storia mi ha dimostrato la concretezza del mitico incontro di Krishna e Radha, nella tradizione mitologica Hindù. Nelle pitture che ricordano la “rasa Leela” (la Danza in cerchio), Krishna danza al centro con Rhada, la preferita, mentre le altre devote si muovono intorno, in beatitudine ma anche ingelosite da quella preferenza.  In altre versioni della stessa occasione tradizionale, Krishna balla al centro del cerchio con Rhada ma anche con tutte le altre devote, una dopo l’altra, secondo il loro particolare desiderio…. come ha ballato con questa sua nuova devota, durante questa meravigliosa occasione di darshan.

Grazie a te, mio adorato Maestro del Cuore Adi Da.

Cheech Marrero

Cheech Marrero è stato un devoto di Adi Da per 35 anni e ci ha lasciato nel 2009. Ha servito per tanti anni Adi Da come missionario in varie parti del mondo dove ci fosse un centro Adidam.



Herbie il Montone

Nel 1975 Adi Da mi chiese di prendermi cura dei non-umani, il Fear-No-More-Zoo, al Santuario The Mountain Of Attention, in California del Nord. Una bella differenza per me rispetto a vivere in New York, dove ho vissuto i primi 38 anni della mia vita.

Poco tempo dopo aver preso possesso della mia nuova funzione, arrivarono allo Zoo due piccole capre e un montone, piccolo anche quello. Adi Da lo aveva battezzato col nome di Herbie. Fra Herbie e me il rapporto fu subito difficile anche se non ancora conflittuale. Gli davo da mangiare come alle altre capre, ma lui mi era ostile, aggressivo. E poi puzzava terribilmente. Quando proprio mi attaccava gli rispondevo verbalmente, gridandogli di smetterla con i suoi attacchi alle mie gambe.

Un bel giorno, mentre stavo portando del fieno alla pastoia, Herbie mi caricò diritto con le sue piccole ma non soffici corna alle mie gambe, lasciandomi un bel livido come suo timbro sulla mia gamba. Mi misi a sgridarlo indirizzandogli i peggiori epiteti che mi venivano in mente. Lo minacciai chiaramente di ucciderlo se ci avesse riprovato. Herbie mi guardò ferocemente emanando qualche aggressivo belato. Sembrava avesse capito, e invece, dopo aver ripreso il fieno con le mie braccia, Herbie mi caricò di nuovo e sullo stesso punto di prima! Un dolore …. ora basta! Mi avvicino ad Herbie e lo prendo per le corna, lo faccio girare in aria un paio di volte e lo scaravento il più lontano che posso. Si rialza, mi guarda indignato e se ne va.

Arrivo in camera mia e vedo scritto un messaggio con un invito ad andare alla residenza di Adi Da alle 19,30. Magnifico messaggio! Puntuale all’invito, trovo Adi Da con altri circa 30 devoti che giocano ad un tavolo. Si ferma ogni tanto per fare qualche commento all’uno o all’altro, sempre per indicare il modo per come superare i propri limiti egotistici.

Mi aspettavo che prima o poi arrivasse anche il mio turno, e infatti…. avvicina il suo viso al mio e mi guarda fisso con i suoi occhi spalancati per qualche secondo, passato il quale,  mi apostrofa con la sua voce risoluta: ”Cheech non trattare mai più, mai più, Herbie come hai fatto oggi!”

Rimango a bocca aperta e senza parole. Ero completamente solo allo Zoo, che si trova a valle del Santuario, nessuno avrebbe potuto vedere la mia scena con Herbie. Nessuno! Adi Da mi rivelava così di sapere anche tutto quello che facevo. Piegai la testa e con un filo di voce sussurrai “Sì, Beloved”.

Il giorno seguente ricevo un altro messaggio da Adi Da: tutti gli animali  dello Zoo sono suoi devoti e io dovevo immediatamente accettare la responsabilità di trattarli come tali, con cura e benessere per la loro vita e anche per la loro pratica spirituale. Disse che il suo Lavoro è rivolto anche agli animali come ai suoi devoti e come, del resto, a tutti gli esseri del mondo.

  Adi Da con Herbie, 1975

Per effetto dei suoi messaggi, il mio rapporto con Herbie cambiò drammaticamente. Presi a lavarlo e pettinarlo giornalmente prendendomi sempre cura di lui con amore. Herbie cambiò radicalmente il suo atteggiamento con me, ora seguendomi sempre come un cagnetto fa col suo padrone.

Con la mia gratitudine ad Adi Da per questa semplice ma importante lezione.

Cheech Marrero

Ben Fugitt è stato un devoto di Adi Da sin dagli anni ’70. Ha ricoperto molti incarichi e funzioni nella comunità, fra cui anche quello della direzione del Santuario della Mountain of Attention in California del Nord.

Ben Fugitt

Voglio Guardare il Fuoco negli Occhi

Ben Fugitt: nell’estate del 1979 ero uno dei residenti del Santuario The Mountain of Attention in California del Nord. Per tutta l’estate i fuochi nelle foreste intorno al Santuario si erano moltiplicati, e in questo giorno di settembre, in particolare, mi resi conto già dalla mattina che a valle del Santuario si era sviluppato una fonte di fumo da incendio. Presi subito l’auto per andare a controllare la situazione vicino al cuore dell’incendio.

Il fuoco stava allargandosi molto velocemente con il vento in direzione del Santuario e partiva da una posizione inaccessibile ai mezzi dei pompieri. Mentre ero in contatto con i centri anti-incendio della provincia, ricevo una chiamata sul mio walkie-talkie: Adi Da voleva vedermi allo zoo del Santuario per preparare i cavalli con cui andare più vicino al fronte del fuoco. A questo punto ero già in uno stato frenetico.

Sellai in fretta due cavalli. L’adrenalina scorrazzava nel mio corpo come mai prima. Avevo una paura enorme che le fiamme penetrassero nel Santuario. L’area che era immediatamente minacciata dal fuoco era un posto in cui andavo spesso a meditare, un posto molto significativo per il Santuario stesso. Se il fronte fosse arrivato sino a quel punto, anche il Santuario stesso ne sarebbe stato invaso. A quel punto la protezione civile aveva già avvisato i residenti del Santuario ad evacuare la residenza entro un’ora.

Adi Da si avvicinò ai cavalli mentre mi era ovvia la sua preoccupazione per il Santuario, ma al tempo stesso notavo come fosse completamente calmo. La sua intensità e la sua calma ebbero l’effetto di calmare subito anche le mie paure. Appena in sella mi domandavo quale fosse la direzione che Adi Da voleva seguire, senza la minima idea della direzione che avrebbe invece seguito. Mentre stavamo cavalcando in direzione fronte del fuoco, una macchina dei pompieri azionò la sirena per avvisarci del pericolo verso cui stavamo cavalcando. Il suono delle sirene stava imbizzarrendo i cavalli nel timore di essere investiti dal mezzo dei pompieri. Adi Da manteneva la sua equanimità mentre io cominciavo a temere per la mia vita, ancora a me molto cara. Il mezzo dei pompieri dopo un po’ ci sorpassò e i cavalli si calmarono, pur continuando a galoppare. Raggiungemmo un punto alto da cui si poteva vedere chiaramente il fronte dell’incendio.
Adi Da non era soddisfatto del punto che avevamo raggiunto seguendo le mie indicazioni: era troppo distante dal vero fronte del fuoco e alla fine mi chiese di portarlo in un punto più vicino al fuoco stesso. Decisi di portarlo in un punto dove ero stato prima, da un’altra parte del Santuario. Arrivati sul posto, Adi Da non era ancora soddisfatto: ancora troppo lontani. Gli dissi che conoscevo una vecchia strada che ci avrebbe portato davvero vicinissimi. Ma ero esitante sulla sua decisione di andare verso quella parte: era pericolosissima per la vicinanza al fuoco e comunque già nel pieno del fumo. Gli dissi che forse i cavalli si sarebbero rifiutati di andare così vicino alle fiamme. Ma non ne volle sapere, e disse senza esitazioni di raggiungere quella posizione. Durante il tragitto in quella direzione ripetei il mio timore per i cavalli che avrebbero potuto rifiutarsi di proseguire.
Più ci avvicinavamo a quella posizione, più avevo la sensazione di essere in un altro mondo. L’aria era piena di fumo. Il terreno e gli alberi vicini erano rossi dal borato ritardante gettato dagli aerei e che stavano ancora gettando dal volo. Di nuovo ricordo ad Adi Da che i cavalli potevano imbizzarrire in quella atmosfera e sempre più vicino al fronte dell’incendio. Mi rispose semplicemente che non dovevo preoccuparmi!
Stavamo ancora avvicinandoci fra gli alberi al ruggire delle fiamme, con il vento che le spingeva verso di noi. Adi Da aveva trovato finalmente il posto dove voleva essere: sullo stesso percorso che il fuoco seguiva verso di noi e il Santuario.
Ricominciai ad aver paura. Il fronte si muoveva veloce verso di noi e noi potevamo facilmente esserne intrappolati senza vie di uscita. I cavalli avrebbero potuto sbizzarrirsi e io mi sentivo di nuovo in preda all’adrenalina e pompando energia terrificante e selvaggia. Rinnovai le mie apprensioni ad Adi Da per il pericolo che stavamo passando. Lui mi guardò intensamente e mi chiese se avevo paura. Risposi : onestamente sì! La sua risposta fu: “cosa credi che siamo venuti a fare fin qua? Io devo guardare l’incendio negli occhi” .
Questa frase di Adi Da detta in quel momento mi suonò come incomprensibile. Quello che sentivo era la sua completa, libera e chiarissima attenzione verso il fronte dell’incendio. E quella stessa attenzione mi liberò di nuovo dalla mia paura. In un attimo il mio terrore fece posto all’ammirazione e anche all’amore verso il mio Maestro Spirituale.
Come se non bastasse Adi Da spinse il cavallo ancora più vicino al fronte per fermarsi a circa 50 metri da quello. Un paio di alberi alla nostra destra presero fuoco prima del contatto col fronte in fiamme. Potevo sentire la forza della natura cercare di aggredire direttamente Adi Da, ma sentivo anche la sua forza nel resisterla. Ebbi anche il tempo di notare come i cavalli non fossero affatto agitati, come se fossero impegnati a cercare della buona erba. Sentivano, e ne erano ovviamente come a me influenzati, la incredibile calma di Adi Da.
Stavo in sella un po’ più indietro ad Adi Da, fermo di fronte alle fiamme, che in quel momento aumentavano di forza, furiosa, aggressiva. Lui stava fermo in sella completamente calmo, muovendo mani e braccia in vari mudras (gesti con significati spirituali), come lo avevo visto spesso durante occasioni di darshan. Qualunque cosa stessa facendo, era chiarissimo che mandava comandi chiari e fieri e potenti a quelle fiamme feroci.
Il tempo mi sembrava come se fosse sospeso, ma nel giro di pochi minuti le fiamme si calmarono, abbassandosi come se obbedissero al Maestro. Anche i venti smisero di soffiare. Mi rendo conto di quanto sia difficile per chi legge immaginare e credere a quei momenti: il fuoco si era trasformato! Io posso affermare soltanto la presenza del mistero e di quanto fosse straordinaria la magnitudine di Adi Da nel calmare la rabbia dell’incendio. Sedevo in sella senza parole.
Adi Da fece fare dietro front al cavallo e si mosse con me, lentamente verso il Santuario.
Ci fu silenzio per un po’. Ci fermammo di nuovo per osservare il fronte dell’incendio, che aveva ripreso a muoversi, ma molto più lentamente di prima e prendendo una direzione diversa da quella verso il Santuario.
Rientrammo lentamente al Santuario. Con mia sorpresa vidi che tutti i mezzi di trasporto disponibili erano carichi di tutto quello che era possibile portare con sé prima che arrivasse il fuoco: libri, armadi, effetti personali, quadri, macchinari, PC e quant’altro si poteva cercare di salvare dall’incombente arrivo delle fiamme. Evidentemente, nessuno aveva seguito le mie istruzioni che erano quelle di fare nulla prima del nostro rientro dal fronte del fuoco. Adi Da smontò ridendo dal cavallo e si diresse verso la sua abitazione, attraverso pacchi, sedie e quant’altro pronto al trasloco. Si prese gioco di me dicendo “Ben era così impaurito che se l’è quasi fatta nei pantaloni!”.

Ho sempre cercato di fuggire da tutto ciò che potesse impaurirmi. Nel corso di quell’incidente Adi Da mi aveva portato ai limiti della paura e dell’agitazione per ricondurmi piuttosto alla capacità di amare e servire.
La sera dell’incendio Adi Da mi chiese di annotare eventuali danni alle persone e alle case nei dintorni del Santuario, ma non era era successo niente di grave, solo paura. Confinanti con noi, erano bruciati oltre mille acri di bosco.

Pochi giorni dopo, ritornai su quel posto dove Adi DA si era confrontato con le fiamme, per ripensare a tutto quello che era accaduto in pochi minuti. Il posto era disseminato di borato, cenere e odori drammatici. Il fuoco aveva appena sfiorato i limiti del Santuario.

Ugo Bernardi

Ugo raggiunse la comunità di Adidam nel 1974. É stato il primo devoto italiano.

Anche i “rumori” sono sinfonie

Un giorno del settembre 2008, mi trovo sulla barca che da Taveuni raggiunge l’isola di Naitauba, nelle isole Fiji, dove ha sede il nostro Eremitaggio di Adidam. Ho usato il nome “barca” proprio perché era una barca, grossotta, ma niente in comune con il “traghetto”. Sacchi, valigie, vettovaglie, devoti e nativi, tutto in comunione nei piccoli spazi. Un devoto mi suggerisce di sistemarmi alla meno peggio sopra alcuni sacchi, fortunatamente non pieni di pietre. Di fronte a me, una immagine del mio Maestro, Adi Da. Mi sistemo, Pochi minuti dopo la partenza decido che, nella condizione fisica in cui mi trovo, posso fare una sola cosa: meditare! E infatti mi metto in quella disposizione, con l’immagine di Adi Da direttamente di fronte alla mia vista. Chiudo gli occhi, come si conviene per la meditazione, e prendo atto dei rumori che mi accompagneranno per tutta la traversata: il motore a diesel, la prua che si apre la via scontrandosi con le onde dell’Oceano Indiano e il vento che attraversa, sibilando , la tettoia esterna di ferro. Mentre penso che la concentrazione meditativa sarà un po’ dura da raggiungere, mi rendo conto in un attimo, che i tre rumori dominanti descritti sopra sono in perfetto accordo musicale, come tre note diverse che suonano nella stessa chiave armonica! Non posso credere alle mie orecchie: i rumori si mutano in suoni e i suoni in note accordate fra loro, note diverse, ma nella stessa chiave armonica: è una sinfonia, con gli alti e bassi dei tre suoni dominanti, le pause fra un’onda e l’altra, l’alternanza dei toni nel vento che canta e balla con le stecche di acciaio. É bellissimo, incredible, meraviglia! Mi abbandono nella contemplazione della sinfonia e nell’immagine del mio Maestro. Poco dopo, un viaggiatore attraversa il mio spazio per andare in fondo alla stiva. Sono tentato di fermarlo per condividere con lui il miracolo della sinfonia degli  strumenti, ma poi desisto dal proposito della possibile condivisione: temo che aprendo i miei occhi tutto ritorni solo rumore. Per maggiore certezza di non sognare, decido comunque di aprire gli occhi: nessun cambio nei suoni, nessun cambio nella sinfonia. Mi abbandono allora e resto in quella beatitudine di ascolto e della mia unione col Maestro, per tutto il tragitto.
Dopo un bel po’ di quella beatitudine, sento i suoni che si affievoliscono e lasciano lo spazio a scambi concitati di voci umane: stiamo attraccando nella Baia di Naitauba. La traversata è durata dalle 4 alle 5 ore, ma non per me, che l’ho percepita come se fossero passati solo15/20 minuti di tempo.

Sbarchiamo sull’isola. La sinfonia dei suoni si è spenta, tuttavia la mia percezione dell’ordinario è come sublimata, ai limiti dell’onirico: la preghiera sulla spiaggia, le raccomandazioni sul ritiro, una cena stupenda con una tazza di riso stracotto e una insalata di carote appassite… l’incanto iniziato sulla barca mi accompagna fino al letto e si conclude con un sogno estatico in compagnia del mio Maestro Adi Da.

Al mattino la percezione dell’ordinario è tornata, come dire, “ordinaria”. Ma si accompagna ora con la certezza che il mondo sia tutto e sempre una sinfonia dai suoni più impensabili e creativi, una sinfonia che dipende non da chi la emette, ma da chi si trova nello stato di decifrarla senza interruzione, come ha detto Adi Da “La Realtà non è quello che pensate, è quello che siete”.

Al rientro da Naitauba e sulla stessa barca, tento di nuovo di mettermi in sintonia con gli stessi rumori, come all’arrivo, ma non succede niente: rimangono solo rumori, per nulla adatti né alla meditazione né alla contemplazione dell’ascolto!

Quella sinfonia, nella prima traversata, è stata chiaramente un regalo del mio Maestro, il magnifico inizio di un ritiro vicino a Lui.

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